Alfredo Pirri al Dynamo Camp a Limestre. Contro "l’ovvio, il frivolo e il pittoresco"
A
partire dal 17 agosto Alfredo Pirri sarà al Dynamo Camp, a Limestre, in
provincia di Pistoia, per un laboratorio indirizzato a bambini e ragazzi dai 6
ai 17 anni con patologie onco-ematologiche sia in terapia attiva che nella fase
di post ospedalizzazione. Tra una passeggiata a cavallo, un’arrampicata e un
po’ di tiro con l’arco, i ragazzi avranno modo di partecipare a un laboratorio
del Dynamo Art Factory.
Per
l’occasione Alfredo porterà un pezzetto della sua infanzia, di quando a Cosenza, nell'assolata periferia vicino casa, andava a caccia di radici di
liquirizia: la rigulizia cordara, secondo l’enciclopedia Britannica (ma c’è
ampia convergenza coi principali studi fitoterapici e nutraceutici) la varietà
migliore al mondo. Nature Med srl ha studiato per lui le acque di liquirizia
dalle diverse gradazioni cromatiche, gli acquerelli con cui eseguire scolature e
studi sull’ombra.
di
Massimo
Celani
Sarà che siamo coetanei, che ci conosciamo da
almeno 35 anni e che - manco fossi la signora Tosoni - ricevo con una certa costanza le cartoline,
le piccole metonimie che danno notizia degli eventi d'arte a lui dedicati *, ma so dove situare le ultime cose di
Alfredo.
Lui star nomade e condannato a scivolare sul significante, io stanziale e molto poco artista. Non mi è richiesto nemmeno uno sforzo di memoria. E' tutto così naturale, un altro passo dove tutto si tiene e risulta coerente, isotopico.
Lui star nomade e condannato a scivolare sul significante, io stanziale e molto poco artista. Non mi è richiesto nemmeno uno sforzo di memoria. E' tutto così naturale, un altro passo dove tutto si tiene e risulta coerente, isotopico.
Alfredo è una iper-isotopia, un intreccio di piani
di coerenza, etici, estetici, filosofici, politici. Emilio Garroni l'avrebbe
detta così: "Non c'è spazio per una esperienza estetica fine a se stessa,
che sia solo estetica".
Ricordo che Cure
è del 1988, esordio giovanile alla Biennale di Venezia. Lui troppo giovane e
già saggio, in fondo aveva solo trent'anni, preoccupato per quegli anni,
sufficientemente di piombo, e pure troppo anziano per la sua età.
Menò scandalo per quelle 14 steli dalle
esortazioni che vennero fraintese come una poetica reazionaria. Forse aiutò
tale senso di lettura il lettering "Futura". Ma la prima iscrizione
era folgorante:
"TRASFORMA Il brutto in bello, quello che
vedi in quello che speri. Riconosci la bellezza che sta nelle cose. Solo la
bellezza non è soggettiva".
A seguire, le altre 13:
UNISCI, PROCREA, ESISTI, TRAMANDA
("Solidifica la realtà, innalzane i monumenti senza scomparire in essa.
Offri la possibilità di riconoscerti"). SOLLEVATI, RALLENTA - degna di
menzione, ricorda il tempo logico di Jacques Lacan - "Acquista la pazienza
dell’azione decisiva. Quando la compi comprendi il valore dell’attesa".
SALVATI, INDICA, RADICATI ("Scegli il peso
dell’abitare, non dovranno strapparti dal fondo per spostarti a
piacimento"); ORIGINA, MOSTRATI, DOMINA, infine l'ultimo: TRASMETTI
("Sii riconoscibile non per obblighi del mondo ma per obbligare il mondo a
riconoscere la comunità che lo abita").
Dunque, a partire dall'88 Alfredo si ritrova
sbilanciato in un afflato pedagogico a riflettere - su una scena che scorre lì
nei pressi - su “La direzione della cura e i principi del suo potere" (J.
Lacan, in Scritti, vol. II, 1974,
Einaudi). Dalle prassi d'arte alla clinica. E viceversa. Qualche anno prima
Lacan aveva espresso l’idea che la direzione della cura fosse quella di
orientare il soggetto verso una "parola piena".
§§§
Di cosa meravigliarsi dunque se Alfredo solo di
recente (22 luglio - artribune.com - contro la deriva autoritaria del governo) solidarizza con Roberto Saviano, prima
minacciato (vedi scorta) e poi querelato dall'attuale (sigh!) ministro
dell'Interno? Col solito rigore, Alfredo
chiarisce che "le mie parole non vogliono tradursi in un appello che
raccolga firme, è il saluto a uno scrittore che non saprei come raggiungere di
persona e poi un invito ai miei colleghi a esprimerci individualmente o in
forma collettiva per uscire dal mutismo stupito da quello che accade o, al
massimo, dal balbettio inutile delle barzellette che circolano su Salvini e
soci."
Nel sollevare più di un motivo di preoccupazione
per la barbarie leghista, non smette di esercitare una funzione critica
(sottolineo "funzione" per riferirmi a quella intellettuale,
sufficientemente dismessa e da modernariato). E al diavolo il cerimoniale della
chiamata a raccolta e del contare le firme: così rivolgendosi a "uno
scrittore che non saprei come raggiungere di persona". Nonostante la
prevalenza del pavido e del distratto, nell’italietta del chi te lo fa fare, si
poteva esser certi che l‘autore di “I pesci non portano fucili” (retrospettiva invernale
per il Macro al Testaccio) avrebbe preso posizione. Uno che, con Philip K. Dick
immagina una società disarmata e fluida come il mare aperto, uno che – come
scrive Ludovico Protesi -invita il visitatore a condividere un’esperienza
immersiva giocata sull’armonia tra spazio, luce e colore”, uno che come in cielo così in terra piazza pavimenti
di specchi che si frantumano sotto i suoi stessi passi e quelli dei visitatori,
cosa può pensare della boria salviniana, dei respingimenti, dei porti chiusi,
della guerra alle ONG oltre che ai cosiddetti clandestini?
"Come in terra, così in cielo"
Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro - Ex Chiesa del Suffragio
Photo: Paolo Semprucci
§§§
Due anni dopo, nel 1990, è la volta di DISCIPLINAM
PONE IN CORDE TUO, allo Studio Casoli di Milano.
Qui aleggia la forma libro, s’intrasente la
presenza dell’amato Edmond Jabès: “Da bambino, quando scrissi per la prima
volta il mio nome, ebbi coscienza di iniziare un libro. Reb Stein” (Edmond
Jabès, Il libro delle interrogazioni,
p.17).
DISCIPLINAM PONE IN CORDE TUO
Studio Casoli,
Milano, 1990
ph.Fabio Cirifino (Studio Azzurro)
A seguire un raro frammento di poetica che c’introduce
alla cucina di Alfredo.
“C’è un dispiegamento dei materiali che ci fa
pensare alle pagine di un libro, ad un fatto unitario. (…) il rapporto spaziale
che si crea fra i quadri a parete e le strutture in legno (strutture
portadisegni) fa pensare ai luoghi destinati alla catalogazione, ad una
possibile azione di scambio fra tavoli e pareti. I lavori a parete sono
interamente realizzati sulla carta degli inviti della precedente mostra
torinese, dove c’era scritto “gas”. E’ un atteggiamento ecologico nei confronti
del proprio lavoro, un non voler sprecare le cose una volta fatte. Sopra i
fogli tipografici sono intervenuto con dei colori realizzati tutti a mano. Sono
terre o materiali mantecati e tritati nell’olio di lino. I “tavoli”, invece,
sono fatti di piani di legno “glassati” con gesso la cui parte di sotto, però,
è dipinta come nelle Squadre Plastiche
sicché il colore della parte inferiore di ogni piano in legno si riflette sulla
materia bianca del piano sottostante. È catalogatorio anche usare
potenzialmente tutti gli elementi tradizionali del fare arte, la tecnica di
realizzazione è una specie di somma di tutte le tecniche che ho usato negli
anni passati. (http://www.alfredopirri.com/disciplinam-pone-in-corde-tuo/).
Riciclo e eco sostenibilità? O recupero di una
intertestualità forte, complesso delle relazioni che un determinato testo o
segno intrattiene con altri testi o segni dello stesso autore? Abbiamo visto
che c’è un’idea di ospitalità e di protezione che viene da lontano.
Così, a breve (a partire dal 17 agosto), per una
settimana Alfredo farà il volontario al Dynamo Camp, a Limestre, in provincia
di Pistoia, rivolto gratuitamente a bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni con
patologie onco-ematologiche sia in terapia attiva che nella fase di post
ospedalizzazione. Tra una passeggiata a cavallo, un’arrampicata e un po’ di tiro
con l’arco, i ragazzi avranno modo di partecipare a un laboratorio del Dynamo
Art Factory. Per l’occasione Alfredo porterà un pezzetto della sua infanzia, di
quando a Cosenza, nell’assolata periferia vicino casa, andava a caccia di
radici di liquirizia: la rigulizia
cordara, secondo l’enciclopedia Britannica (ma c’è ampia convergenza coi
principali studi fitoterapici e nutraceutici) la varietà migliore al mondo. Il
succo di liquirizia di Calabria, protetto da una DOP e da più organismi che ne
certificano la biologità, alle diverse diluizioni, saranno gli acquerelli a
disposizione delle tavolozze. In particolare di un gruppo di ragazzi bielorussi
non accompagnati, chiamati a cimentarsi con scolature e studi sull’ombra.
Pirri Camper?
Per un artista, che rischia di esser confinato per troppo tempo nel proprio
studio o in galleria, si tratta di un acting out (a Dynamo lo direbbero Outreach). Ma non è certo una novità o un
hapax legomenon. Conta di almeno un altro precursore.
foto: Mario Di Paolo
Realizzato tra il 2005 e il 2006 nel Reparto di
Rianimazione dell’Ospedale Santo Spirito in Sassia, a Roma (a cura di Marina
Engels e Bartolomeo Pietromarchi).
Tra l’affresco e il “diorama”, del primo ha la
caratteristica di occupare un grande spazio tanto da essere colto con facilità
dalla vista, del secondo la dimensione oblunga, una sorta di nastro che scorre
sulla parte alta delle pareti, dove queste formano un angolo col soffitto.
Lo sviluppo orizzontale e stretto ne accentua la
temporalità, una “cinta” in svolgimento che scorre su (quasi) l’intero
perimetro della stanza accenna ad una narrazione (astratta).
Gli elementi di questa “narrazione” sono due e
convivono alternandosi l’uno con l’altro: lo scorrere dell’acqua rappresentato
da un flusso di colore all'acquerello, e il fluire dell’aria resa da un impasto
bianco di colore contenente piume anch'esse bianche. L’impasto bianco è
colorato sul retro da una serie di rossi che, riverberando sul fondo, creano un
alone luminoso che muta col mutare della luce ambientale.
Tenuta dello Scompiglio
Vorno di Capannori (Lucca)
ph. Andrea Martiradonna
Ancora, in materia di formazione e di trasmissione
del sapere, occorre ricordare gli Studi d’Armonia alla Tenuta dello Scompiglio,
Capannori, (Lucca) nel 2008 e nel 2009.
Senza tralasciare (2011 – 2012) la Scuola estiva internazionale della Facoltà di Architettura di Cagliari, insieme a: Mimmo Jodice, Hans Kollhoff, Jannis Kounellis, Joao Nunes, Eduardo Souto de Mour. E nel 2013 il cantiere didattico – residenza d’artista presso il Centro Visite Cupone, nel Parco Nazionale della Sila (a cura di Art in progress Cantieri del contemporaneo).
Senza tralasciare (2011 – 2012) la Scuola estiva internazionale della Facoltà di Architettura di Cagliari, insieme a: Mimmo Jodice, Hans Kollhoff, Jannis Kounellis, Joao Nunes, Eduardo Souto de Mour. E nel 2013 il cantiere didattico – residenza d’artista presso il Centro Visite Cupone, nel Parco Nazionale della Sila (a cura di Art in progress Cantieri del contemporaneo).
“Trasmettere
l’energia prodotta è la sfida della “formazione”, perché si tratta di mettere
in forma delle suggestioni e di rendere evidenti tutti quegli atti che rendono
plausibile una forma dandole diritto d’esistenza. In questo senso il formare
una forma è un atto di responsabilità (quasi) civile : ”quasi” perché, anche
se nella civiltà la forma trova ospitalità, essa non ne esaurisce il destino”.
Quest’ultimo appunto
volentieri lo giriamo a Marzia e Francesco, animatori di Creo, impegnati a fine
mese a Fiumefreddo Bruzio (CS) con “Maestri fuori classe”, festival della
formazione e dell’apprendimento continuo.* Cara signora Tosoni. Le cartoline di Casabella 1982-1996, a cura di Jacques Gubler, Skira, 2006)
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